• IN MANUS TUAS

    Vi darò buone notizie dal Paradiso

    Sono davvero tante, sono tante le cose che vorrei dire a tutti, sono tante! Ma una sola resta la più importante: In Manus Tuas, In Manus Tuas, In Manus Tuas! Sì, dite questo a tutti da parte mia: IN MANUS TUAS! E’ questa l’unica cosa importante: il pieno e completo abbandono alla volontà del Padre, sia quando a noi pare bella, sia quando a noi pare brutta, credere sempre che tutto è un dono squisitissimo e delicatissimo della tenerezza dell’Amore del padre per noi! In Manus Tuas, Domine, grazie Papà! E, un’altra cosa… l’ho sempre amato! Dite questo da parte mia. E un bacio nel Signore a tutti. + Salvatore Boccaccio vescovo

  • è tempo ora

    è tempo, ORA ...

    E' il tempo ora della nostra trasfigurazione... Tempo di girarci verso la Luce , perché la luce E' GIA' QUI! E' il Dio che portiamo dentro e che deve erompere dalla mia tenebra come il sole dalla notte, come il mistero erompe dalla creazione e a Pasqua rovescerà la pietra per dire che la notte è vinta per sempre! Un salmo esorta "Guardate a lui e sarete raggianti". Guardate a lui e non avrete più volti oscuri ...

  • esponiamoci alla sua luce

    esponiamoci alla Sua luce!

    E allora piantiamo la nostra tenda davanti a Cristo, esponiamoci alla Sua luce, abitiamola, godiamo di quella luce come la luna gode del sole. La luce non è nostra ma noi possiamo, come lune davanti al sole, assorbire la luce e poi irradiarla e diventare raggianti. Occhi lucenti, corpi luminoso, astri che a loro volta indicano il cammino ad altri. Così hanno fatto i discepoli, così ha fatto Maria icona splendente del nostro futuro… Padre ERMES RONCHI dei Servi di Maria.

  • Mater Misericordiae!

    Maria Madre della Tenda

    Madre di Gesù e madre nostra, prega per noi ora, affinché l’umanità si risvegli e decida veramente per la costruzione di una nuova civiltà dell’amore; Ti ascolti, Ti risponda e riponga in Te fiducia. Prega per noi, ora, affinché gli uomini si risveglino dal sonno della non vita e vengano a Te in un abbandono fiducioso per essere ricondotti a Gesù. Fa' splendere la tua luce, Madre, e mostraci la via della salvezza. Madre della Tenda, prega per noi

  • Con Chiara nei deserti della vita ...

    Con Chiara nei deserti della vita ...

    Desideriamo percorrere i ‘deserti’ del mondo e ascoltare il grido di chi non ha più voce, raccogliere il dolore di chi è disperato certi che anche le lacrime, raggiunte dal raggio dell’Amore, possono risplendere di Luce divina nel firmamento dell’eternità e trasformarsi in splendidi arcobaleni che illuminano le nostre città. Sempre Uniti nel portare la Rivoluzione del Vangelo in tutto il mondo - Chiara Amirante

  • Nella gioia del RISORTO!

    Nella gioia del RISORTO!

    L'annuncio cristiano dice: Dio si è fatto uomo, si è reso presenza umana, carnale, dentro la storia "Perché cercate tra i morti colui che è vivo?" Luca 24

  • Integer vitae nulla!

    Vorrei dirvi una cosa ...

    Non temete! Se Colui che E' da principio, non ha disdegnato questi sassi, non disprezzerà neppure i macigni del vostro povero cuore. Sappiate offrirglieli, perchè stabilisca in mezzo agli uomini il suo domicilio. E continuerà anche per il vostro SI, l'avventura della Redenzione DON TONINO BELLO...

  • Suspendisse neque tellus

    Nel deserto della mia vita, Signore ...

    hai voluto piantare la Tua tenda. Ogni giorno mi chiedo come sia possibile e nella carne risuona la Tua voce che viene a dirmi che non è opera mia. Tutto è veramente grazia, Signore, ed io voglio cantare la melodia della Tua infinta misericordia ...

  • Curabitur faucibus

    LA DIMORA DI DIO CON GLI UOMINI

    Udii allora una voce potente che usciva dal trono: «Ecco la dimora di Dio (la tenda) con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il "Dio-con-loro". E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate» Apocalisse 21, 3-4

mercoledì 29 giugno 2011

GLORIFICA LA TUA VITA! DIVENTA UN GIRASOLE ... Tracce incontro 28 giugno 2011 - 2a parte


Non ci crederete ma l'unica immagine
 che sono riuscita a pubblicare è quella di Mons. Boccaccio...
E siccome sono piccola, della piccolezza di Thérèse di Lisieux,
la prendo come una sua delicatezza celeste ...


“Come la pioggia e la neve,
scendono giù dal cielo,
e non vi ritornano senza
irrigare
e far germogliare la terra,
così ogni mia parola
non ritornerà a me
senza operare quanto
desidero senza aver compiuto
ciò per cui l'avevo mandata..."

Is 55
Quante volte avremo letto queste parole, quante volte ascoltate e quante cantate!
Eppure c'è sempre un nuovo significato che emerge.
Non siamo noi che decidiamo di cambiare; non siamo del tutto padroni della nostra vita.
Siamo piccoli germogli innaffiati e curati, talvolta piegati dal vento,  dalla troppo forte pioggia o  dalla grandine battente.
Ma un ‘giorno di Sole è fatto per noi. E nella fede, come girasoli , volgiamo noi stessi alla
Fonte.


Il girasole insegna … Il sole è sorgente di luce e di calore. Abbiamo bisogno di luce per vivere, per orientarci, per operare delle buone scelte, e abbiamo anche bisogno di calore per conoscere la serenità e la sicurezza, in questo mondo difficile. Dove rivolgerci per avere risposta ai nostri più profondi bisogni? Verso Dio stesso, per mezzo della fede. Egli, infatti, vuole dare a tutti luce e calore, ma questo è possibile soltanto se ci rivolgiamo a lui con fiducia per mezzo di Gesù Cristo. Sì, Gesù è venuto, “luce del mondo” per tutti i popoli, luce mandata da Dio, risplendente di grazia e di verità. Se lo riceviamo, Egli ci comunica la sua vita perché entriamo in una nuova relazione con il nostro Creatore. Gesù dice: “ Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita. Per non conoscere le tenebre eterne, lontano da Dio, andiamo a Gesù. Se seguiremo Lui, cammineremo alla sua luce. La Bibbia dice: “Il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità” (Efesini 5,9).


La sua « epifania» non è quella sfolgorante e trionfale del re guerriero e vittorioso. Egli è re di pace che spezza i simboli e gli strumenti di guerra. La sua persona e il suo programma richiamano piuttosto la figura del Servo di Iahvè che si presenta quale modello dei «poveri di Iahvè» (Is 42,1-4). E’ il paradosso di un re umile eppure dominatore del mondo, che richiama inevitabilmente Gesù, che nel giorno delle palme fa il suo ingresso trionfale in Gerusalemme come un re pacifico cavalcando un mite puledro (Lc 19,35ss.).
 In Matteo 11, 25-30 ancora ‘paradossali affermazioni’. Sembra di sentire l’eco del discorso della montagna. Là il genere letterario era quello delle beatitudini, qui è quello della benedizione e del ringraziamento al Padre. Là i poveri, gli umili e i perseguitati sono chiamati beati perché di loro è il regno dei cieli; qui sono ancora gli umili, gli ignoranti e gli oppressi ai quali Dio rivela i segreti del suo regno :

 



In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

Venite a Me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Mt 11, 25-30









Come girasoli in cerca di luce, volgiamo a Lui lo sguardo e saremo raggianti! Eccoci, Signore, esposti ai raggi del Tuo Amore.

O sole che sorgi, splendore della gloria divina, sole di giustizia, vieni ed illuminaci!

O Cristo, Pane vivo di dal cielo, o grande Sole che mai tramonta all' orizzonte della Chiesa e del mondo, rendici capaci di rimanere con Te in silenzioso amore adorante certi di poter ricevere quanto occorra alla nostra vita. Linfa vitale, riempici di Te, colmaci dei doni dello Spirito. Fa’ che l’orientamento della nostra vita sia verso le cose di Dio, come – adolescente - dicesti ai tuoi genitori preoccupati, quando ti ritrovarono nel Tempio. Se rimarremo orientati verso il Padre, saremo nella Luce, perché Dio è luce. Rivolgendoci a Te, che siedi alla Sua destra, saremo raggianti e mai confusi. Fa’ che diamo sempre tempo, a questa ‘illuminazione’. Non basta stare in chiesa, è il nostro cuore che dev’essere rivolto a Te! Esposti ai tuoi raggi divini saremo pienamente trasformati in Te, finché anche tutto il creato divenga Eucaristia, l' inno cosmico di rendimento di grazie al Padre, Amore che ti ha donato, e diventi pura lode nel silenzio. Amen.


I salici piangenti, volenti o dolenti, non si possono sradicare dalla vita.

 Per tutti, presto o tardi, il dolore bussa alla porta della propria casa.

 All’ombra di ogni salice piangente veglia però un girasole, così come dietro ogni problema è nascosto un dono.

 Girasoli sono coloro che si accostano al dolore senza minimizzarlo o banalizzarlo.

Il girasole ha una sua storia da raccontare: non pretende di crescere da solo, ma vive bene in comunione senza competere per spazio o per luce, perché per tutti c’è abbastanza sole e nutrimento.

II girasole non è egoista o avaro, ma accoglie tra le trame del suo viso api, farfalle e altri insetti che hanno bisogno della sua linfa e dei suoi doni.

 Il girasole non contempla la realtà dall’alto per dominarla, ma per illuminarla con la sua luce baciarla con il suo sorriso.

 Si affida al sole per ricevere energia e vita, ma sa anche inchinarsi dinanzi alla notte per onorare l’altra dimensione dell’esistenza.

I girasoli sono come il sorriso di Dio sulla terra.

 Hanno la luce di Dio nelle loro corolle, il suo splendore, la sua gioia, la sua gloria e, al tempo stesso, la sua semplicità. Reclinando il capo, ci ricordano l'umiltà.

 Nel cuore di ogni girasole c’è un inno di gioia a Dio, datore di ogni bene.

Nel bambino c’è qualcosache mai può mancarein chi vuol entrare nel Regno dei cieli.
Al cielo sono destinati quanti sono semplici
Come i bambini, quanti come loro sono pieni di
fiducioso abbandono, ricchi di bontà e puri.

O Dio, che ti riveli ai piccoli e doni ai miti l'eredità del tuo regno,
rendici poveri, liberi ed esultanti, a imitazione del Cristo tuo Figlio, per
portare con lui il giogo soave della croce e annunziare agli uomini
la GIOIA del RISORTO!


Sono davvero tante, sono tante le cose che vorrei dire a tutti, sono tante! Ma una sola resta la più importante: In Manus Tuas, In Manus Tuas, In Manus Tuas! Sì, dite questo a tutti da parte mia: IN MANUS TUAS! E’ questa l’unica cosa importante: il pieno e completo abbandono alla volontà del Padre, sia quando a noi pare bella, sia quando a noi pare brutta, credere sempre che tutto è un dono squisitissimo e delicatissimo della tenerezza dell’Amore del padre per noi! In Manus Tuas, Domine, grazie Papà! E un’altra cosa… l’ho sempre amato! Dite questo da parte mia. E un bacio nel Signore a tutti.

+ Salvatore Boccaccio vescovo


Vivere l’ in manus tuas significa riporre in Dio ogni nostro affanno, preoccupazione, ferita, stanchezza, oppressione, passando dal nostro delirio d’onnipotenza al riporre il nostro cuore nel cuore di Dio. Concretamente si traducono in esercizi di vita quotidiana che saranno a volte puri atti di volontà, perciò puri atti d’amore se fatti col cuore, a volte una grazia misteriosa che Dio ci donerà.

In manus tuas Domine, non la mia ma la tua volontà!

Voglio per questo insistere sull’importanza di questa preghiera così profonda e segreta che Gesù stesso c’ha donato dicendola e vivendola

 Don Davide Banzato

GLORIFICA LA TUA VITA! DIVENTA UN GIRASOLE ... Tracce incontro 28 giugno 2011 - 1a parte


Quanto sarebbe bello è incoraggiante per noi, essere riconosciuti per la strada,
nelle nostre case o al lavoro come girasoli :« Guarda, è come un girasole;
 sempre proteso al cielo e al sole
».
Questo non per avere il contentino della lode, o la spocchia del sentirmi "fashion"– Gesù si è mostrato severo circa la ricerca dei consensi pubblici (cf. Lc 6,26; Mt 6,5) –
quanto perché 
riconoscendomi come girasole, veicolerei una bella definizione della
mia identità di uomo o di donna che crede in Cristo.
Ma per diventare girasoli bisogna riconoscere, quello che ci rende ancora
dei salici piangenti, cioè ripiegati su noi stessi.
La Madre ha preso dimora sotto 'la Tenda', coi figlioli ... Grazie, Madre, per averci chiamati ...*
Grazie a Luca S. per aver riportato dal Meeting, oltre a tanta gioia e riconoscenza alla Madre,
anche la Madre stessa ... E VITA SIA! Non temiamo di prendere Maria con noi (Mt 1,20) ...
Alla Sua scuola umile e silenziosa impariamo la VITA!... Benvenuta, Madre!



(segue nel post successivo... questo mi dà qualche problema! NON PRAEVALEBUNT!)




domenica 26 giugno 2011

IL NUOVO NETWORK DEI CAVALIERI DELLA LUCE ... è nato!


25 giugno 2011
Fiocco color Cielo per la nuova versione del network
dei CAVALIERI DELLA LUCE!....



 
 
  



Benvenuti in 'Cittadella NETWORK' !


 

venerdì 24 giugno 2011

ASPIRATE AI CARISMI PIU' GRANDI! 1Cor13,1 - Terza giornata del Meeting dei Cavalieri della Luce - Medjugorie 2011




Nel cuore della Chiesa io sarò l'amore
Dall'«Autobiografia» di santa Teresa di Gesù Bambino, vergine
(Manuscrits autobiographiques, Lisieux 1957, 227-229)

Siccome le mie immense aspirazioni erano per me un martirio, mi rivolsi alle lettere di san Paolo, per trovarmi finalmente una risposta. Gli occhi mi caddero per caso sui capitoli 12 e 13 della prima lettera ai Corinzi, e lessi nel primo che tutti non possono essere al tempo stesso apostoli, profeti e dottori e che la Chiesa si compone di varie membra e che l'occhio non può essere contemporaneamente la mano. Una risposta certo chiara, ma non tale da appagare i miei desideri e di darmi la pace.
Continuai nella lettura e non mi perdetti d'animo. Trovai così una frase che mi diede sollievo: «Aspirate ai carismi più grandi. E io vi mostrerò una via migliore di tutte» (1 Cor 12, 31). L'Apostolo infatti dichiara che anche i carismi migliori sono un nulla senza la carità, e che questa medesima carità é la via più perfetta che conduce con sicurezza a Dio. Avevo trovato finalmente la pace.
Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ritrovavo in nessuna delle membra che san Paolo aveva descritto, o meglio, volevo vedermi in tutte. La carità mi offrì il cardine della mia vocazione. Compresi che la Chiesa ha un corpo composto di varie membra, ma che in questo corpo non può mancare il membro necessario e più nobile. Compresi che la Chiesa ha un cuore, un cuore bruciato dall'amore. Capii che solo l'amore spinge all'azione le membra della Chiesa e che, spento questo amore, gli apostoli non avrebbero più annunziato il Vangelo, i martiri non avrebbero più versato il loro sangue. Compresi e conobbi che l'amore abbraccia in sé tutte le vocazioni, che l'amore é tutto, che si estende a tutti i tempi e a tutti i luoghi, in una parola, che l'amore é eterno.
Allora con somma gioia ed estasi dell'animo grida: O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione. La mia vocazione é l'amore. Si, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me lo hai dato tu, o mio Dio.

Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l'amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà.



" NELL'EUCARESTIA LA VIA PER IL RINNOVAMENTO DEL MONDO " ...




... Così il Papa alla Messa del Corpus Domini in S. Giovanni in Laterano





L’Eucaristia assimila l’uomo a Gesù e sulle orme di Cristo lo rende capace di farsi dono per gli altri, strumento per l’unità della famiglia umana. Così il Papa nell’omelia della Messa per la Solennità del Corpus Domini presieduta dal Pontefice ieri nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Dopo la celebrazione la Processione Eucaristica lungo Via Merulana, guidata dal Papa, fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore, e la Benedizione Eucaristica.



“Nell’Eucaristia avviene la trasformazione dei doni di questa terra – il pane e il vino – finalizzata a trasformare la nostra vita e ad inaugurare così la trasformazione del mondo”. Nella Solennità del Corpus Domini il Papa invita a riflettere sul mistero di Cristo che nel dono di sé sulla Croce salva il mondo e mostra a ciascuno la via della redenzione. Un evento, quello del Calvario – spiega il Papa nell’omelia presso la Basilica di San Giovanni in Laterano - che Gesù anticipa e perpetua nell’istituzione dell’Eucaristia, in cui il pane spezzato e il vino versato si fanno corpo e sangue di Cristo, via di unione a lui e di salvezza:

Tutto parte, si potrebbe dire, dal cuore di Cristo, che nell’Ultima Cena, alla vigilia della sua passione, ha ringraziato e lodato Dio e, così facendo, con la potenza del suo amore, ha trasformato il senso della morte alla quale andava incontro.

Per amore – osserva Benedetto XVI - Cristo “accetta tutta la passione, con il suo travaglio e la sua violenza, fino alla morte di croce” e “accettandola in questo modo la trasforma in un atto di donazione”:

Questa è la trasformazione di cui il mondo ha più bisogno, perché lo redime dall’interno, lo apre alle dimensioni del Regno dei cieli. Ma questo rinnovamento del mondo Dio vuole realizzarlo sempre attraverso la stessa via seguita da Cristo, quella via, anzi, che è Lui stesso
E’ per questo che Dio consegna al mondo il dono dell’Eucaristia, per offrire ad ogni uomo la possibilità della salvezza. Non ci sono scorciatoie infatti nel Cristianesimo – evidenzia il Santo Padre – “tutto passa attraverso la logica umile e paziente del chicco di grano che si spezza per dare vita, la logica della fede che sposta le montagne con la forza mite di Dio”:

Per questo Dio vuole continuare a rinnovare l’umanità, la storia ed il cosmo attraverso questa catena di trasformazioni, di cui l’Eucaristia è il sacramento. Mediante il pane e il vino consacrati, in cui è realmente presente il suo Corpo e Sangue, Cristo trasforma noi, assimilandoci a Lui: ci coinvolge nella sua opera di redenzione, rendendoci capaci, per la grazia dello Spirito Santo, di vivere secondo la sua stessa logica di donazione, come chicchi di grano uniti a Lui ed in Lui. Così si seminano e vanno maturando nei solchi della storia l’unità e la pace, che sono il fine a cui tendiamo, secondo il disegno di Dio

Per meglio comprendere la dinamica della comunione eucaristica, il Papa fa quindi riferimento ad un passo di sant’Agostino:

Sant’Agostino ci aiuta a comprendere la dinamica della comunione eucaristica quando fa riferimento ad una sorta di visione che ebbe, nella quale Gesù gli disse: “Io sono il cibo dei forti. Cresci e mi avrai. Tu non trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me”. Mentre dunque il cibo corporale viene assimilato dal nostro organismo e contribuisce al suo sostentamento, nel caso dell’Eucaristia si tratta di un Pane differente: non siamo noi ad assimilarlo, ma esso ci assimila a sé, così che diventiamo conformi a Gesù Cristo, membra del suo corpo, una cosa sola con Lui
Nella comunione eucaristica – continua il Santo Padre – Cristo “ci trasforma in Sé, la nostra individualità, in questo incontro, viene aperta, liberata dal suo egocentrismo e inserita nella Persona di Gesù (…). Così l’Eucaristia, mentre ci unisce a Cristo, ci apre anche agli altri, ci rende membra gli uni degli altri” al punto che “non siamo più divisi, ma una cosa sola in Lui”.

Chi riconosce Gesù nell’Ostia santa, lo riconosce nel fratello che soffre, che ha fame e ha sete, che è forestiero, ignudo, malato, carcerato; ed è attento ad ogni persona, si impegna, in modo concreto, per tutti coloro che sono in necessità. Dal dono di amore di Cristo proviene pertanto la nostra speciale responsabilità di cristiani nella costruzione di una società solidale, giusta, fraterna. Specialmente nel nostro tempo, in cui la globalizzazione ci rende sempre più dipendenti gli uni dagli altri, il Cristianesimo può e deve far sì che questa unità non si costruisca senza Dio, cioè senza il vero Amore

Il Vangelo – rimarca Benedetto XVI - mira da sempre "all’unità della famiglia umana (…) a partire dal senso di responsabilità gli uni verso gli altri, perché ci riconosciamo membra di uno stesso corpo, del corpo di Cristo, perché abbiamo imparato e impariamo costantemente dal Sacramento dell’Altare che la condivisione, l’amore è la via della vera giustizia”.


- fonte Radio Vaticana 



lunedì 20 giugno 2011

GOSPA MAJKA MOJA ...




……le abbiamo chiesto in che veste è venuta e lei ha risposto: Sono venuta come Regina della Pace, perché desidero che ci sia la pace, prima nei vostri cuori, poi nelle vostre famiglie e, infine, in tutto il mondo”, indi le abbiamo chiesto come si potesse ottenere la pace e Lei:

“La pace si può avere soltanto con la preghiera”Testimonianza di Marija

sabato 18 giugno 2011

ESTATE 2011 - Bisaccia del pellegrino in spalla e tanta riconoscenza per la Pentecoste di fuoco ... PRONTI A SERVIRE!



Giugno 2011
Ormai ci siamo... Gli ultimi preparativi, la valigia quasi pronta. Cuore in spalla e braccia piene di intenzioni di preghiera e fatiche di amici e conoscenti, da depositare direttamente nelle braccia spalancate della Gospa che chiama, attende, corregge, conforta... 


Trent'anni di apparizioni. Trent'anni di frutti che parlano da sé. Trent'anni di ritorni, di ritrovamente interiori di anime smarrite e confuse nei deserti del mondo. E’ il 24 giugno del 1981, quando in un piccolo paese a 30 chilometri da Mostar, in Bosnia-Erzegovina sei ragazzi affermano di aver visto e parlato con la Madonna. Sono: Ivanka Ivankovic, Mirijana Dragičević, Vicka Ivankovic, Marija Pavlovic, Ivan Dragičević e Jakov Colo. Un’esperienza che si ripeterà quasi ogni giorno, passando indenne attraverso persecuzioni, guerre e contrasti religiosi. Un luogo ricco di suggestioni e controverso e che, ancora oggi, continua a lasciare messaggi ad un mondo che si ritrova 'in una tappa pericolosissima che la Madonna (Gospa in croato) vuole aiutarci a superare', come direbbe Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria.

Mentre la Chiesa attende di pronunciarsi (e questo normalmente abbiamo visto che nella storia succede solo dopo il termine delle apparizioni), nel 2010 Benedetto XVI affida il caso ad una commissione vaticana d’inchiesta, presieduta dal Cardinale Camillo Ruini. Chi desidera andare lo fa in forma privata. Innegabile però che dall'inizio delle apparizioni qui siano già arrivati decine di migliaia di sacerdoti, più di 200 vescovi e almeno 10 cardinali. E questo da dati ufficiali.

Se l'albero si giudica dai frutti, non si può rimanere indifferenti di fronte alle innumerevoli confessioni e conversioni definitive. Ogni pellegrino è infatti invitato e chiamato alla conversione, alla confessione, ad abbandonare il peccato e abbracciare la via della santità.

Vite che rinascono, in seno alla Gospa ...
Chiara Amirante - Fondatrice NUOVI ORIZZONTI
 In questo quadro, fervono i preparativi dei nostri fratelli e sorelle di Nuovi Orizzonti impegnati ormai da tempo nella preparazione del Meeting Internazionale dei Cavalieri della Luce e delle varie attività di formazione/accoglienza estive intraprese dall'opera di cui Chiara s'è fatta umile strumento. Portare la Gioia del Risorto e vita nuova nei deserti del mondo.
 Così, mentre i nostri fratelli lavorano anche per noi, (1) noi che restiamo teniamoci vicini al trono del Re e della Regina della Pace in spirito, nella comunione dei santi, ed amiamo e preghiamo con loro e per loro!

Rigenerati dalle grazie del ritiro mensile di Pentecoste (clikka), durante il quale si sono formulati 80 impegni temporanei, 21 definitivi, più di 500 rinnovi delle promesse e i più di 1000 presenti hanno rinnovato le consacrazioni come Cavalieri della Luce e al Cuore Immacolato di Maria, nostra stella e modello, restiamo uniti nella più bella delle avventure: vivere radicalmente il Vangelo, nella piccolezza di figli di un Dio Amore e Misericordia e nella consapevolezza di essere popolo grande e numeroso (clikka), per Sua grazia!


Riconosciuti da Madre Chiesa per essere inviati, manteniamo acceso il Fuoco che Nostro Signore è venuto a portare sulla terra ((Lc 12,49-53)

 SE SAREMO QUELLO CHE DOVREMO ESSERE  METTEREMO FUOCO IN TUTTO IL MONDO! 

(cfr Caterina da Siena)


ALLELU JAAAAAAAAAAAA!
Cenacolo la Tenda - Velletri
 


 (1) S.ta Teresa del Bambin Gesù e del Volto Santo - Manoscritto A

257 - Gesù, non posso approfondire la mia supplica, temerei di rimanere schiacciata sotto il peso dei miei desideri audaci. La mia scusa è che sono una bambina, i bimbi non riflettono alla portata delle loro parole, eppure i loro genitori, quando si trovano sopra un trono, se possiedono tesori immen­si, non esitano a contentare i desideri dei piccoli esseri che amano quanto se stessi. Per far loro piacere commettono follie, arrivano alla debolezza! Ebbene, io sono la figlia della Chiesa, e la Chiesa è Regina, poiché è tua Sposa, divino Re dei re. Non a ricchezze e a gloria (si trattasse anche della gloria del Cielo) ambisce il cuore del bambino. La gloria, capisce che è, per diritto, dei suoi fratelli, gli Angeli e i Santi. La gloria di lui sarà il riflesso di quella che si irradierà dalla fronte di sua Madre. Quello che chiede, è l'amore, sa una cosa sola, amarti, Gesù! Gli sono interdette le opere clamorose, non può predicare il Vangelo, non può versare il suo sangue; ma che importa, i suoi fratelli lavorano al suo posto, e lui, bimbo piccolo, sta li, pro­prio vicino al trono del Re e della Regina, ama per i suoi fratel­li i quali combattono. Ma in quale modo testimonierà il suo amore, poiché l'amore si prova con le opere? Ebbene, il fan­ciullo getterà fiori, profumerà il trono reale, canterà con la sua voce argentina il cantico dell'amore...
258 - Sì, Amato, la mia vita si consumerà così. Non ho altri mezzi per provarti il mio amore, se non gettar dei fiori, cioè non lasciar sfuggire alcun piccolo sacrificio, alcuna pre­mura, alcuna parola, e profittare di tutte le cose piccole, e farlo per amore... Voglio soffrire per amore e perfino gioire per amore, così getterò fiori davanti al tuo trono; non ne incon­trerò uno senza sfogliarlo per te... poi, gettando fiori, canterò (sarebbe possibile piangere compiendo un'azione di tanta gioia?), canterò, anche quando dovrò cogliere i miei fiori in mezzo alle spine, e il canto sarà tanto più melodioso quanto più le spine saranno lunghe e pungenti. Gesù, a che ti serviranno i miei fiori e i miei canti? Lo so bene, questa pioggia profumata, questi petali fragili senz'alcun valore, questi canti d'amore del cuore piccolo tra i piccoli, ti saranno cari, questi nulla ti faranno piacere, faranno sorridere la Chiesa trionfante, ella raccoglierà i miei fiori sfogliati per amore, e facendoli passare per le tue mani divine, Gesù, que­sta Chiesa del Cielo vorrà giocare col suo bimbo piccolo, e get­terà anch'essa quei fiori i quali avranno acquisito, sotto il tuo tocco divino, un valore infinito, e li getterà sulla Chiesa dolo­rante per spegnere le fiamme di essa, li getterà sulla Chiesa militante per farle avere la vittoria!
259 - Gesù mio, ti amo, amo la Chiesa mia Madre, mi ricordo che «il minimo moto di amor puro le è più utile che non tutte le altre opere riunite insieme», ma l'amore puro esiste nel mio cuore? I miei desideri immensi non sono un sogno, una follia? Ah, se così fosse, Gesù, illuminami. Tu Io sai, io cerco la verità: se i miei desideri sono temerari, falli sparire, perché questi desideri sono per me il martirio più grande... Eppure lo sento, Gesù, dopo aver sospirato verso le regioni più alte dell'amore, se dovessi non raggiungerie un giorno, avrei gustato più dolcezze nel mio martirio, nella mia follia, di quan­ta non ne godrei in mezzo alle gioie della patria, a meno che, per mezzo di un miracolo, tu non mi tolga il ricordo delle mie speranze terrestri. Allora lasciami godere, durante il mio esilio, le delizie dell'amore! Lasciami assaporare le dolci amarezze del mio martirio! Gesù, Gesù, se è tanto delizioso il desiderio di amarti, che sarà possederti, godere del tuo amore?