• IN MANUS TUAS

    Vi darò buone notizie dal Paradiso

    Sono davvero tante, sono tante le cose che vorrei dire a tutti, sono tante! Ma una sola resta la più importante: In Manus Tuas, In Manus Tuas, In Manus Tuas! Sì, dite questo a tutti da parte mia: IN MANUS TUAS! E’ questa l’unica cosa importante: il pieno e completo abbandono alla volontà del Padre, sia quando a noi pare bella, sia quando a noi pare brutta, credere sempre che tutto è un dono squisitissimo e delicatissimo della tenerezza dell’Amore del padre per noi! In Manus Tuas, Domine, grazie Papà! E, un’altra cosa… l’ho sempre amato! Dite questo da parte mia. E un bacio nel Signore a tutti. + Salvatore Boccaccio vescovo

  • è tempo ora

    è tempo, ORA ...

    E' il tempo ora della nostra trasfigurazione... Tempo di girarci verso la Luce , perché la luce E' GIA' QUI! E' il Dio che portiamo dentro e che deve erompere dalla mia tenebra come il sole dalla notte, come il mistero erompe dalla creazione e a Pasqua rovescerà la pietra per dire che la notte è vinta per sempre! Un salmo esorta "Guardate a lui e sarete raggianti". Guardate a lui e non avrete più volti oscuri ...

  • esponiamoci alla sua luce

    esponiamoci alla Sua luce!

    E allora piantiamo la nostra tenda davanti a Cristo, esponiamoci alla Sua luce, abitiamola, godiamo di quella luce come la luna gode del sole. La luce non è nostra ma noi possiamo, come lune davanti al sole, assorbire la luce e poi irradiarla e diventare raggianti. Occhi lucenti, corpi luminoso, astri che a loro volta indicano il cammino ad altri. Così hanno fatto i discepoli, così ha fatto Maria icona splendente del nostro futuro… Padre ERMES RONCHI dei Servi di Maria.

  • Mater Misericordiae!

    Maria Madre della Tenda

    Madre di Gesù e madre nostra, prega per noi ora, affinché l’umanità si risvegli e decida veramente per la costruzione di una nuova civiltà dell’amore; Ti ascolti, Ti risponda e riponga in Te fiducia. Prega per noi, ora, affinché gli uomini si risveglino dal sonno della non vita e vengano a Te in un abbandono fiducioso per essere ricondotti a Gesù. Fa' splendere la tua luce, Madre, e mostraci la via della salvezza. Madre della Tenda, prega per noi

  • Con Chiara nei deserti della vita ...

    Con Chiara nei deserti della vita ...

    Desideriamo percorrere i ‘deserti’ del mondo e ascoltare il grido di chi non ha più voce, raccogliere il dolore di chi è disperato certi che anche le lacrime, raggiunte dal raggio dell’Amore, possono risplendere di Luce divina nel firmamento dell’eternità e trasformarsi in splendidi arcobaleni che illuminano le nostre città. Sempre Uniti nel portare la Rivoluzione del Vangelo in tutto il mondo - Chiara Amirante

  • Nella gioia del RISORTO!

    Nella gioia del RISORTO!

    L'annuncio cristiano dice: Dio si è fatto uomo, si è reso presenza umana, carnale, dentro la storia "Perché cercate tra i morti colui che è vivo?" Luca 24

  • Integer vitae nulla!

    Vorrei dirvi una cosa ...

    Non temete! Se Colui che E' da principio, non ha disdegnato questi sassi, non disprezzerà neppure i macigni del vostro povero cuore. Sappiate offrirglieli, perchè stabilisca in mezzo agli uomini il suo domicilio. E continuerà anche per il vostro SI, l'avventura della Redenzione DON TONINO BELLO...

  • Suspendisse neque tellus

    Nel deserto della mia vita, Signore ...

    hai voluto piantare la Tua tenda. Ogni giorno mi chiedo come sia possibile e nella carne risuona la Tua voce che viene a dirmi che non è opera mia. Tutto è veramente grazia, Signore, ed io voglio cantare la melodia della Tua infinta misericordia ...

  • Curabitur faucibus

    LA DIMORA DI DIO CON GLI UOMINI

    Udii allora una voce potente che usciva dal trono: «Ecco la dimora di Dio (la tenda) con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il "Dio-con-loro". E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate» Apocalisse 21, 3-4

mercoledì 30 marzo 2011

MISSIONE E' ...





TRACCE Cenacolo LA TENDA - Martedì 29 marzo 2011


A piccoli passi, con abbandono fiducioso, lasciandoci condurre … Durante il cammino
faremo cinque tappe: nel
DESERTO, sul MONTE, presso il POZZO, vicino alla
 PISCINA, davanti al SEPOLCRO di Lazzaro



Gesù giunse ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: “Dammi da bere”. I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: “Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana? ”. I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: ‘Dammi da bere!’, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. Gli disse la donna: “Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge? ”. Rispose Gesù: “Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”. “Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua”. Le disse: “Va' a chiamare tuo marito e poi ritorna qui”. Rispose la donna: “Non ho marito”. Le disse Gesù: “Hai detto bene ‘non ho marito’; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero”. Gli replicò la donna: “Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare”. Gesù le dice: “Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità”. Gli rispose la donna: “So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa”. Le disse Gesù: “Sono io, che ti parlo". In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: “Che desideri? ”, o: “Perché parli con lei? ”. La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: “Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia? ” ...  Gv 4, 4-42





Sapete, quell’uomo mi ha detto tutto quello che ho fatto. Ma se si fossi fermato lì, sarei ancora quella di prima, con i miei pregiudizi, le mie infedeltà, i miei rancori, le mie paure.
Invece, man mano che mi parlava, mi sentivo come il secchio con cui avevo attinto: scendevo anch’io nel profondo di quel pozzo che era la mia vita e mi avvicinavo ad un mistero che ancora non comprendevo, ma mi affascinava con la promessa di un’acqua viva capace di irrigare il deserto dei miei sentimenti.
E alla fine l’ho raggiunta e me ne sono abbeverata. Incrociando il suo sguardo ho capito che la mia ricerca di verità aveva finalmente preso la giusta direzione consapevole dei miei errori, ma con la speranza di un futuro diverso, da costruire insieme a lui e a voi, ora che vi ho portato la buona notizia del Messia …


Un cammino ascendente. Dal deserto al monteDal deserto di pietre, al monte della luce.Dalla tentazione alla trasfigurazione.
Il cammino di Cristo è il cammino di ogni discepolo:
ascendente e liberante, dal buio della tentazione, fino
alla luce di Dio. Ora ci è dato di ricongiungerci alla
Sorgente di Vita, per diventare noi stessi sorgente.
Acqua che tracima, che dilaga che va, un torrente di
vita che serve molto più che alla propria sete:
serve anche alla sete degli altri!
Ora Gesù incrocia una donna ad un pozzo nella città
di Sicar, in Samaria. A quella donna rivolge una richiesta
che ripeterà solo un’altra volta, in un altro mezzogiorno
della sua vita. L’ultimo. Sulla croce Gesù urlerà la sua sete.
“Ho sete”

Ma l’acqua, i pani, i pozzi, le brocche del vangelo di oggi sono solo metafore che Gesù usa per raccontare il suo intimo bisogno di vederci felici. Egli ha sete di noi. Ha sete di vederci felici. Come una madre e un padre che godono per la gioia dei figli. Come un’amante che cerca mille modi per stupire e far sorridere chi ama.


Siamo figli di un Dio bisognoso. Un onnipotente che si fa mendicante di noi. Quella donna si sente scoperta da Cristo. Eppure, nonostante la contraddizione della sua morale, diventa un messaggero, un megavono eloquente per tutta quella città.

Quella donna impastata di contraddizioni e di cadute è ciò che Cristo sceglie per parlare all’intero popolo della città di Sicar. Non sono i nostri meriti a renderci utili, è la fiducia in Gesù nonostante i nostri peccati a salvarci. Quella donna lascia davanti a lui la sua brocca. E’ una brocca vuota. Una brocca consumata. Quella brocca è il suo cuore. Ma tornando non sarà più vuota, sarà piena di altra acqua, quella che disseta per sempre, quella che solo Cristo può dare …





Il Signore sa bene cosa c’è nei nostri cuori! C’è il bene più forte del male, c’è il bene più antico del male, c’è il bene possibile, più importante del male presente! … C’è un lago di luce ed è la Sua presenza in noi che diventa sorgente. E allora, dove andremo per adorare Dio? Non sul monte, non nel tempio: sono IO io monte di Dio, io il Suo tempio e Lui la sorgente delle mie sorgenti!
 



Forse non ti ho mai veramente incontrato, Signore,
nella mia vita stracciata,
come la donna di Samaria…
forse non mi sono mai fermato con te,
per chiacchierare e aprirTi il cuore.
Forse sto ancora aspettando il giorno giusto, il tempo propizio:
ho sempre rimandato perché avevo altri impegni.
Finché improvvisamente verrà la finee io non sarò ancora pronto a riconoscerTi.
Ora è tempo di uscire per incontrarTi: così non avrò più sete.
So dove attingere: alla Tua Parola nel Vangelo,
al dono di me stesso agli altri,
all’Eucarestia che mi sazia di Te.

lunedì 28 marzo 2011

IL SOLE NEGLI ABISSI DELL'UMANITA' ....

DA "Il sole nell'abisso" di Chiara Amirante




"Dobbiamo riscoprire, contemplare, vivere questo mistero fondamentale della discesa agli inferi di Gesù, per essere il suo popolo di risorti e per portare la pienezza della vita ai troppi suoi figli imprigionati dalla morte. La morte dell'anima è il male fondamentale di questo secolo. Il salario del peccato è la morte e non c'è sofferenza più grande che essere seperati dall' Amore.

Siamo tutti chiamati a vivere il comandamento di Gesù, ad amare come Lui ha amato, discendendo con Lui negli inferi dell'umanità sofferente perchè la gloria della sua risurrezione possa risplendere.

Il Signore Gesù ha versato il suo sangue, ha lasciato che il suo cuore fosse trafitto, ha vissuto la più terrbile delle notti, la più atroce delle agonie, si è inabissato nel tagliente braccio della morte, nel gelido baratro degli inferi ... perchè la sua gioia sia in noi e la nostra gioia sia piena!"




 

SEI ANNI FA, IL DUE APRILE ...







Noi ti adoriamo, Cristo Gesù.
Ci mettiamo in ginocchio
e non troviamo parole sufficienti
per esprimere quel che proviamo
davanti alla tua morte in croce.
Noi desideriamo, o Cristo,
gridare oggi verso la tua misericordia
più grande di ogni forza e potenza
alla quale possa appoggiarsi l'uomo.
La potenza del tuo amore
si dimostri ancora una volta più grande

del male che ci minaccia.
Si dimostri più grande dei molteplici peccati
che si arrogano in forma sempre più assoluta
la cittadinanza nella vita degli uomini.

(Giovanni Paolo II)


                    



.. dove il corpo della mia anima e l'anima del mio corpo ritornano a congiungersi fondando sulla  Parola, per sempre, la vita fondata prima sulla terra, dimenticando ogni affanno, come al levarsi,  nel cuore, d'un Vento improvviso al quale nessun uomo vivente può resistere né le cime dei boschi, né in basso le radici che si fendono. Il vento mosso dalla Tua mano, ecco, diviene Silenzio.... 
(estratto del componimento LA SPERANZA CHE VA OLTRE IL CONFINE - Karol Woytjla)



IMPEGN@MOCI INSIEME! ... 9






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domenica 27 marzo 2011

venerdì 25 marzo 2011

IMPEGN@MOCI INSIEME! ... 8



CON LUI, NELLA GIOIA VERA ...





Quando t'imbatti
in una cosa
BELLA
la racconti.
E quando t'imbatti
in una cosa
 VERA, la dici.

E se hai capito che la storia di
Gesù ha illuminato il cammino
del mondo e dell'uomo
dandogli
senso, allora lo racconti.
Non puoi farne a meno.

E se l'incontro con Gesù ha cambiato
la tua esistenza dandole forza,
direzione, senso, allora inviti gli amici

 a condividerla.

Bruno Maggioni





Chi ha conosciuto la gioia dell'incontro col Cristo, non può
tenerla chiusa dentro di sé ma deve irradiarla"

Giovanni Paolo II




mercoledì 23 marzo 2011

E' tempo ORA ...




"E' il tempo ora della nostra trasfigurazione... Tempo di girarci verso la Luce , perché la luce E' GIA' QUI! E' il Dio che portiamo dentro e che deve erompere dalla mia tenebra come il sole dalla notte, come il mistero erompe dalla creazione e a Pasqua rovescerà la pietra per dire che la notte è vinta per sempre! Un salmo esorta "Guardate a lui e sarete raggianti". Guardate a lui e non avrete più volti oscuri. E allora piantiamo la nostra tenda davanti a Cristo, esponiamoci alla Sua luce, abitiamola, godiamo di quella luce come la luna gode del sole. La luce non è nostra ma noi possiamo, come lune davanti al sole, assorbire la luce e poi irradiarla e diventare raggianti. Occhi lucenti, corpi luminoso, astri che a loro volta indicano il cammino ad altri. Così hanno fatto i discepoli, così ha fatto Maria icona splendente del nostro futuro…
- Padre ERMES RONCHI dei Servi di Maria


Tutti chiamati come lei a diventare lune che
riverberano il Sole, in lei sorella che è andata
avanti, cantiamo l’immagine del nostro futuro...
Regina del cielo, rallegrati:
donna santissima, salve!
Che labbra potrebbero
intessere inni
per te, melodiosa
presenza nel cosmo
di gioia pasquale. Rit.
O luna, che sorgi
dal cuore dell’ombra,
il sole remoto
- il Cristo – riverberi
in cielo purissimo.
Icona splendente
del nostro futuro,
almeno tu gli occhi
vivissimi volgi
al canto devoto.
Bellezza altissima
e dolce, sorella,
tu fiore intatto
di nostra radice,
accoglici teco.
Il Verbo creante
tuo fi glio, che esulta
col Padre e lo Spirito,
t’inondi di luce,
regina del cielo. Amen.
Davide Maria Montagna






Signore metti luce nei miei pensieri,
luce nelle mie parole, luce nel mio cuore.

TRACCE Cenacolo LA TENDA - Martedì 22 marzo 2011



A piccoli passi, con abbandono fiducioso,
lasciandoci condurre …
Durante il cammino faremo cinque tappe:

nel DESERTO, sul MONTE,
presso il POZZO, vicino alla  PISCINA,
davanti al SEPOLCRO di Lazzaro ….

… il Suo Volto brillò come il sole e le sue vesti
divennero candide come la luce ...
 ALZATEVI E NON TEMETE! ...








Oggi Gesù dice anche a noi «Forza discepoli, venite con me. Andiamo sul monte. Andiamo lassù, dove è più facile ascoltare la voce di Dio». È un momento molto bello, che viene a spezzare la Quaresima con questa scia luminosa e fa piovere come un fiotto di speranza per tutti noi, dal momento che la Trasfigurazione ha un sapore molto importante







In questo tempo di autenticità la liturgia ci sta facendo ripercorrere il viaggio di Gesù verso Gerusalemme. Così, nel bel mezzo di questo viaggio che porta con sé gli anticipi della passione, ecco una sosta consolante e confortante! Saliamo sul monte della meditazione, per riscoprire che la preghiera altro non è se non ascolto e dialogo di e con Dio …
Signore mio e nostro, sono qui, disposto ad ascoltare ciò che vuoi dirmi.
Parla: sono attento alla tua voce. Fa’ che la tua parola, cadendo
nell’anima infiammi la mia volontà affinché si lanci fervidamente
a obbedirti. Il tuo Volto, Signore, io cerco!
(Sal 26, 8
) Mi riempie di speranza
chiudere gli occhi e pensare che verrà il momento, quando vorrai, in cui
potrò vederTi, non come in uno specchio in maniera confusa, ma faccia
a faccia 
(1 Cor 13, 12). Sì, l’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?
(Sal 41, 3)






Il «monte» è un simbolo formidabile nella Bibbia: è il luogo dove solevano avvenire gli incontri con Dio, dove Mosè ha ricevuto la Legge e ha conosciuto più profondamente il mistero divino, dove Elia ha incontrato il Signore e ne ha ascoltato la voce. E noi, idealmente, ci troviamo sul monte, nel desiderio di incontrare Dio in maniera nuova, di penetrare più intimamente nel suo mistero ...



Pagina dall’orientamento pasquale, dal sapore pasquale che dice tante cose anche per noi e che forse potremmo condensare in quei due verbi di una suggestione unica che vengono espressi quando gli Apostoli cadono con il volto prono a terra. È allora che Gesù si avvicina loro e dice: «Alzatevi e non temete». Due verbi che sono chiaramente pasquali. «Alzatevi»: alzarsi è lo stesso verbo che in greco cerca di mitigare la resurrezione: risorgete, alzatevi, in piedi! Alcuni francesi in esegetica traducono «beati voi poveri» con «in piedi, poveri!» Altri traducono: «in cammino, alzatevi, che aspettate!».
Vedete quanta fame nel mondo, vedete quanta sete di giustizia, quante implorazioni, quante braccia levate. Io non so se sono i miei dormiveglia di febbricitante che a volte mi fanno immaginare questa selva di braccia mirate in alto in attesa di liberazioni che sembra non vengano da nessuna parte. Invece Gesù è venuto a liberarci e chiama anche noi, vuole coinvolgere anche noi.




Alzatevi, che state aspettando? Non vi accorgete che il mondo muore, che il mondo soffre?

«Alzatevi» significa anche questo. Lasciate la siesta, l’assopimento delle vostre contemplazioni a volte narcisistico, il vostro riduttivismo spirituale, la coltivazione della vostra vita interiore senza slanci, senza sbocchi al di fuori, senza spinte. «Alzatevi», dice prima di tutto a noi. «Alzatevi, muovetevi, uscite dagli standard, uscite dalle vostre pigrizie, cambiate vita».

«Alzatevi, praticate il Vangelo», quello semplice e non l’altro. «Avete inteso amate il vostro prossimo, odiate il vostro nemico, ma io vi dico amate i vostri nemici perché se amate soltanto coloro che vi amano che merito è? Amate i vostri nemici...».


 
«Alzatevi» significa anche questo. Lasciate la siesta, l’assopimento delle vostre contemplazioni a volte narcisistico, il vostro riduttivismo spirituale, la coltivazione della vostra vita interiore senza slanci, senza sbocchi al di fuori, senza spinte. «Alzatevi», dice prima di tutto a noi. «Alzatevi, muovetevi, uscite dagli standard, uscite dalle vostre pigrizie, cambiate vita».

«Alzatevi, praticate il Vangelo», quello semplice e non l’altro. «Avete inteso amate il vostro prossimo, odiate il vostro nemico, ma io vi dico amate i vostri nemici perché se amate soltanto coloro che vi amano che merito è? Amate i vostri nemici...».




C’è bisogno invece che ci si alzi.

È Pasqua, è resurrezione;

Gesù risorge e se risorge deve pur dirci qualcosa,

deve pur farci un po’ di
luce ...






«Non temete». Abbiamo infatti bisogno di sentircelo dire, perché noi tremiamo come foglie sotto il freno della paura, nel timore di non farcela. A volte, nonostante la nostra fede, abbiamo paura se pensiamo di essere nel giusto; paura che non abbiano ragione gli altri; paura se, nello sforzo di aiutare la nostra Chiesa a ripulirsi il volto dalle macchie e dalle rughe, pensiamo invece di procurarle ulteriori graffi; paura di non essere compresi; paura di vederci soli nei momenti difficili, perché nei momenti del successo è facile dire don Tommaso di qua, don Tommaso di là; don Albino di sopra, don Albino di sotto; Oberti di qui, Oberti di là ...

Voi vivete nelle vostre comunità, uniti nella solitudine, e il Signore viene a dirvi: «Dai, stai tranquillo, tieni duro, boia chi molla!». Ricordo che un giorno uno mi ha scritto «Se tu dovessi diventare vescovo scommetto che metteresti come frase dello stemma «boia chi molla!». Non è molto liturgica questa espressione; non la si trova nei salmi, però la recepiscono.

Non temete, dice Gesù, non temete di apparire ingenui, o stolti, o folli agli occhi del mondo. È agli occhi di Dio che dovete comparire, ma poi —tra l’altro— quando passa la bufera tutti vengono attirati dai vostri tabernacoli, dalle vostre nicchie. Tutti si onorano, quando è passata la bufera, di essere stati vostri amici. Quando però capita di vivere nel turbine, quando viene voglia di mollare tutto, uno pensa « Ho sbagliato, se torno a nascere divento ...». Poi viene Gesù e rincuora dicendo: «Ma che dici, ma che stai facendo?Coraggio non temere! Guarda, solleva il tuo sguardo, l’inverno è passato, la pioggia se n’è andata; i fichi già mettonoi primi frutti e le gemme degli alberi spuntano sulla corteccia. Esci dai tuoi nascondigli, colomba mia …»*, dice il Signore. Appunto: «Non temete», è il grido pasquale senza il quale saremmo congelati da una sfera di ghiaccio incredibile. Non temere, cosa temi?... Che sei malato di tumore, che sei anchilosato, che non ce la fai più, che non hai la memoria di prima, l’intelligenza di prima, la sveltezza di prima? Ci sono altre cose che prima però non avevi e che adesso il Signore ti dà: una grande speranza, una grande forza di speranza negli altri che è ancora, oserei dire, più voluttuosa ».

«Alzatevi non temete» questa è la vita; questo ci dice oggi il Signore con la Trasfigurazione. Se ascolteremo l’invito del Signore saremo trasfigurati, e tutti coloro che ci incontreranno saranno felici di aver fatto la nostra conoscenza, che è poi la conoscenza del Signore, perché potremo essere per loro dei tramite con Lui che è la fonte, il centro, l’alba e l’attesa, il principio e la fine; il punto di riferimento di ogni cosa, lo zenit, l’asse di convergenza dell’intera esistenza! E’ un pozzo di luce, tanto che bisogna chiudere gli occhi per non calcificarli dentro.

La luce della Trasfigurazione che mi auguro possa aiutare la vostra anima a
consolidare la voglia di andare avanti nel nome di Dio.
 
Vostro, Don Tonino Bello

*Cantico dei Cantici

La preghiera, o dialogo con Dio, è un bene sommo. È, infatti, una comunione intima con Dio. Come gli occhi del corpo vedendo la luce ne sono rischiarati, così anche l'anima che è tesa verso Dio viene illuminata dalla luce ineffabile della preghiera. Deve essere, però, una preghiera non fatta per abitudine ma che proceda dal cuore. Non deve essere circoscritta a determinati tempi od ore, ma fiorire continuamente, notte e giorno … Dalle «Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo (Om. 6 sulla preghiera Pg 64, 462-466)
 


il bellissimo commento alla Trasfigurazione
di Padre Ermes Rnchi .... QUI


SOLO L'AMORE ...




IMPEGN@MOCI INSIEME! ... 7





venerdì 18 marzo 2011

IMPEGN@MOCI INSIEME! ... 5



SENZA DI TE NON POSSIAMO VERAMENTE NULLA,
SIGNORE GESU' !


PAROLA DEL SIGNORE


Salvaci, Signore, da questa confusione delle lingue. Più non sappiamo come parlare. Un’errata sapienza ha avvelenato tutte le culture.

E’ tale l’intrigo dei pensieri ormai che appena sentiamo parlare di pace subito pensiamo con paura alla guerra; e se uno interviene a gridare per la libertà, subito pensiamo che voglia imporci la schiavitù o costringerci quale gregge a subire i suoi piani. La torre di Babele ci pende sul capo ed è miracolo tuo se ancora non rovina.

Tutta l’Europa è un reticolato solo di diffidenze, la diplomazia ha ucciso ogni semplicità cui si aggiunge lo spirito di parte e gli orgogli personali e di nazioni intere.

Neppure nel recinto di gente della stessa riusciamo più ad intenderci. C’è tutta una chiesa del silenzio, dall’altra parte, e da questa è tutto un clamore a spese di quei poveri fratelli che muoiono in carcere o nei campi di deportazione. E certo il grido non sempre sgorga dall’amore che ci deve far piangere con chi piange. Qui si parla di persecuzioni perpetrate di là e poi si tace sull’uccisione e le torture dei villaggi ordite di qua, con gli stessi metodi e gli stessi fini.

Si afferma ogni giorno di volere il bene dei popoli e i popoli sono sempre più stanchi e delusi; ovattati nell’incoscienza per continuare a vivere.

Si dice di prepararci a incontri ad alti livelli e intanto ci volano sul capo squadriglie cariche di inimmaginabili ordigni di distruzione; e mai che si abbia visto nella storia una danza così meschina di rancore e di risentimento.

Perfino la tua chiesa è avvilita, fraintesa, oppressa; e ogni giorno qualcuno tenta di travolgerla in questi equivoci manomettendo la sua dignità e la sua missione. Oppressa da noi stessi per imprudenze e ingordige. E ogni giorno dobbiamo leggere una stampa che non rispetta nessuno. Perché noi abbiamo sempre ragione.

Perfino chi si dice figlio della chiesa, eccolo ora farsi un approfittatore delle situazioni: sacerdoti che si fanno ‘armeggioni’ del temporale, servi dei potenti anziché testimoni della Tua operante grazia nel tempo.

Signore, noi sappiamo che Tu non ci abbandoni, ma la paura è che siamo noi ad abbandonarTi e rompiamo con facilità i ponti con la Tua parola.

Se noi almeno ripetessimo i Tuoi messaggi così come suonano: come Tu ce li hai affidati; e se non pensassimo,almeno dagli altari, a non preoccuparci d’altro; e dicessimo solo: ‘Ecco, parola del Signore!’.

E distinguessimo le nostre opinioni dalla Tua verità per non soffocare nel caduco e soggettivo ciò che è Tua rivelazione eterna!
Signore, intervieni a restituire al linguaggio degli uomini semplciità e purezza e fiducia: il rispetto della parola, la distinzioe fra la Tua e le nostre parole ; la liberazione dalle rstrizioni mentali, l'umiltà di dire in carità quello che si pensa; e poi il coraggio di confessare tutti i prori errori. Perché solo Tu non pu oi sbagliare.

Allora saremo salvi da Babele. E continuerà ad essere il candelabro d’oro in cima all’alta montagna, tutto acceso dei tuoi dogmi consolatori.

Ritorni ad essere almeno l’Europa un paese dove, quando si parla, finalmente ci si intenda. Perché ognuno, precisamente, intenda quelle stesse cose di cui si parla; e non che sottintenda altre, né adatti a se stesso il mistero di quanto accade, ma adatti sé al mistero. Allora ritorneremo ad essere, anche se in molti modi, anzi ciascuno secondo la sua misura, veritieri e ‘veritanti nell’agape’.

Signore, non negarci questa grazia di restituirci a una interiore e fonda unità di linguaggio, alla fedeltà con le proprie parole, anzi alla coerenza con quanto andiamo gridando nelle piazze. Perché l’anima fonda e misteriosa della parola sei Tu setto, Verbo che si fa quotidianamente carne.

Grazie, o Signore.

David Maria Turoldo

Pregare ‘forse il discorso più urgente’

VITA CHE RINASCE - Telepace




trasmissione del 3 marzo 2011


mercoledì 16 marzo 2011

TRACCE Cenacolo LA TENDA - 2a parte Martedì 15 marzo 2011

1a parte QUI




Il sentirsi chiamare dal Padre “Figlio amato” nel battesimo  (Mt 3,17) non Gli ha aperto un percorso al riparo dalle prove!
Subito dopo l’immersione nel fiume Giordano, “Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo.” Allo stesso modo ogni
battezzato dovrà attendersi  una dura opposizione da parte di satana che, mediante le sue astute e seducenti tentazioni, cercherà di distoglierlo dal cammino di sequela.



Dal silenzio della terra che resta attonita, quando ogni cosa sembra arrestarsi, quasi sospendersi nel tempo e nello spazio di fronte al Verbo di Dio che si fa carne; nel silenzio del Verbo che tutto porta a compimento, intronizzato sul trono dell’Amore quando si manifesta la gloria, cioè il peso di un Dio …, IMPARIAMO CHI E’ DIO! La tua cattedra,  Divino Maestro, dalla culla di Betlemme, si compie sulla croce gloriosa: tu ci hai insegnato l’Amore che è il Padre e lo Spirito Santo; ci hai insegnato e donato la tua libertà di Figlio. Lungo le strade della nostra terra, quanti non si sentono amati da nessuno! Fa che possano alzare fiduciosi lo sguardo alla tua croce, al trono dell’Amore e sentirsi avvolti dal fuoco della Tua passione per loro. Senza timori, con la stessa tenerezza con cui ti hanno contemplato nella greppia ...
 
Il Tuo amore li salvi e li consoli; vengano ad abitarli gioia e speranza...  E cantino in eterno la Tua Misericordia.



Ama il silenzio più di tutto. Poiché esso ti dà di portare frutto.  Lalingua non sa spiegarlo. Sforziamoci anzitutto di tacere. È dal silenzio che nasce ciò che ci condurrà al silenzio. Perché allora Dio ti fa sentire ciò che nasce dal silenzio. All'inizio, il tacere ci richiede uno sforzo, ma in seguito nasce in noi come una misteriosa forza che ci attira.

Che Dio ti doni di percepire distintamente ciò che nasce dal vero silenzio. Se cominci ad addentrarti in questa via, una inesprimibile luce zampillerà in te …  Il cuore è come se sentisse l'intimo sapore di ogni realtà, al fondo di una mirabile  contemplazione. L'uomo diventa come un fanciullo in mezzo alle creature…"
.Isacco di Ninive (iil Siro), monaco del VII sec.



Solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare.
Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto.
Nel silenzio maturano le grandi cose della vita:
la conversione, l'amore, il sacrificio.
Quando il sole si eclissa pure per noi,
e il Cielo non risponde al nostro grido,
e la terra rimbomba cava sotto i passi,
e la paura dell'abbandono rischia di farci disperare,
rimanici accanto.
In quel momento, rompi pure il silenzio:
per dirci parole d'amore!  
E sentiremo i brividi della Pasqua.

Don Tonino Bello

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In Cristo siamo stati tentati e in lui abbiamo vinto il diavolo
Dal «Commento sui salmi» di sant'Agostino, vescovo (Sal 60, 2-3; CCL 39, 766)
«Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera» (Sal 60, 1). Chi è colui che parla? Sembrerebbe una persona sola. Ma osserva bene se si tratta davvero di una persona sola. Dice infatti: «Dai confini della terra io t'invoco; mentre il mio cuore è angosciato» (Sal 60, 2).
Dunque non si tratta già di un solo individuo: ma, in tanto sembra uno, in quanto uno solo è Cristo, di cui noi tutti siamo membra. Una persona sola, infatti, come potrebbe gridare dai confini della terra? Dai confini della terra non grida se non quella eredità, di cui fu detto al Figlio stesso: «Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra» (Sal 2, 8).
Dunque, è questo possesso di Cristo, quest'eredità di Cristo, questo corpo di Cristo, quest'unica Chiesa di Cristo, quest'unità, che noi tutti formiamo e siamo, che grida dai confini della terra.
E che cosa grida? Quanto ho detto sopra: «Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera; dai confini della terra io t'invoco». Cioè, quanto ho gridato a te, l'ho gridato dai confini della terra: ossia da ogni luogo.
Ma, perché ho gridato questo? Perché il mio cuore è in angoscia. Mostra di trovarsi fra tutte le genti, su tutta la terra non in grande gloria, ma in mezzo a grandi prove.
Infatti la nostra vita in questo pellegrinaggio non può essere esente da prove e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione. Nessuno può conoscere se stesso, se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto, né può vincere senza combattere; ma il combattimento suppone un nemico, una prova.
Pertanto si trova in angoscia colui che grida dai confini della terra, ma tuttavia non viene abbandonato. Poiché il Signore volle prefigurare noi, che siamo il suo corpo mistico, nelle vicende del suo corpo reale, nel quale egli morì, risuscitò e salì al cielo. In tal modo anche le membra possono sperare di giungere là dove il Capo le ha precedute.
Dunque egli ci ha come trasfigurati in sé, quando volle essere tentato da Satana. Leggevamo ora nel vangelo che il Signore Gesù era tentato dal diavolo nel deserto. Precisamente Cristo fu tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato anche tu. Perché Cristo prese da te la sua carne, ma da sé la tua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, da te l'umiliazione, da sé la tua gloria, dunque prese da te la sua tentazione, da sé la tua vittoria.
Se siamo stati tentati in lui, sarà proprio in lui che vinceremo il diavolo. Tu fermi la tua attenzione al fatto che Cristo fu tentato; perché non consideri che egli ha anche vinto? Fosti tu ad essere tentato in lui, ma riconosci anche che in lui tu sei vincitore. Egli avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo; ma, se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei tentato.



CRISTO HA g i a' VINTO OGNI MORTE!
bUON tEMPO di gRAZIA a tUTTI! ...
... il tempo per incontrarLo!