temiamo di farci vedere come siamo, se in Lui …
Il seminatore uscì a seminare. Quando uscì? Giornate e giornate di lavoro sembrano pesare sulle spalle di questo seminatore e quel sole all'orizzonte pare accompagnarlo da sempre.
L'intento di Gesù nel narrare la parabola del seme era dischiudere il mistero del Regno.
Il seminatore che getta il seme con abbondanza senza risparmio, senza calcolare la qualità del terreno, è il Verbo di Dio che getta con liberalità la sua parola.
Ha colto nel segno perciò van Gogh, riempiendo la scena della luce aurea del Padre che accompagna il lavoro del suo Verbo nel campo del mondo. Non sta all'uomo giudicare chi sia dentro o chi sia fuori al Mistero, ma è l'accoglienza del seme della Parola a deciderlo.
L'insegnamento sul mistero del Regno diventa pertanto anche un insegnamento sull'identità del vero discepolo. Seguendo questa prospettiva Van Gogh darà alla parabola anche un'altra lettura, più personale identificandosi con il seminatore. Vincent si sentiva, attraverso la sua pittura, un seminatore della Parola di Dio tanto quanto lo fu da Evangelizzatore laico. La meditazione della Parola lo incoraggiava a non indietreggiare davanti al mancato riconoscimento della sua arte, ma a trasfondere tutto se stesso nel colore e nel soggetto che aveva dinanzi.
Questo lascia un grande insegnamento a noi, tentati spesso di giudicare un lavoro, un'opera, un impegno a partire dall'accoglienza trovata, dai risultati ottenuti, dall'efficienza. Cristo, narrando la parabola del seminatore, vuole invece preparare i suoi allo scandalo della croce. Uno scandalo del quale parlerà apertamente nei capitoli successivi del Vangelo.
Il mistero del Regno non obbedisce alla logica del successo, delle conversioni di massa, ma conosce la logica del seme, fatta di attese e di maturazioni, di inizi modesti e di sviluppi lenti ma costanti, fino alla piena manifestazione del Mistero e della Potenza nascosti i n esso. Colui che annuncia il Regno deve entrare in questa dinamica, deve assumere la pazienza del contadino senza arrogarsi il diritto di giudicare su quali terreni seminare, ma in tutto lasciare al seme di sprigionare la sua forza intrinseca. La potenza insita nel seme, infatti ha una sua evidenza che non verrà mai smentita.
Come battezzati siamo chiamati a nutrirci di Parola, per lasciarla passare attraverso il nostro vissuto affinché arrivi ad altri … Ogni discepolo che si ponga alla sequela di Gesù deve saper attendere, saper guardare, oltre le apparenze. Non deve aspettarsi un Messia preconfezionato secondo i propri schemi, non deve sognare una Chiesa di puri e perfetti, ma aprirsi lentamente al Mistero proprio come il seme che nel buio della terra coltiva la speranza di un Sole che pur oscurato dal variare delle stagioni, c’è e rivelerà presto tutto il suo fulgore!
La Parola del Signore ha i suoi tempi … Fruttifica, feconda la terra, poi, piano piano, restituisce…
Se la meditiamo tutti i giorni, se la portiamo nel cuore, stiamo pur tranquilli che prima o poi porterà frutto, crescendo in noi …
A volte ascoltiamo la parola, ma non comprendiamo cosa dica… Dobbiamo imparare a meditarla e conoscerla, con semplicità e prima o poi, come la goccia che cade sulla pietra, riusciremo a viverla.
Noi siamo tanti terreni, non uno solo…I tre terreni convivono anche in noi! Ma il Signore non ha paura di spargere la Sua Parola ovunque, intorno a noi. E’ un Dio generoso, il nostro … Non abbandoniamo mai la Parola! Non scoraggiamoci! Accogliamola così come siamo, con costanza, fino a che produca frutto …
Mettiamoci in gioco, per rinascere a vita nuova nella Parola di Dio che crea e ricrea senza fine !
Ho sempre pensato di poter definire Maria “Donna della Parola” in quanto Madre del Verbo Incarnato. Ma conoscendola sempre di più credo che il suo essere la Donna della Parola sia anche in riferimento al suo cuore allenato a leggere, meditare, vivere la Parola talmente tanto che all’annunciazione lo Spirito Santo ha solo portato il Verbo dal cuore al grembo! Credo che a permettere un “Fiat”come il suo sia stata si la sua grande fede, ma anche una profonda conoscenza delle scritture, che sostenevano con altri esempi concreti l’impossibile che a Dio è possibile.
Chissà, forse a Zaccaria sfuggivano altri straordinari interventi di Dio portatore di Vita nel grembo di altre donne ma…a Maria no! E sarà stato grazie a questo che per Lei credere nell’adempimento delle Parole del Signore è stato più facile che a lui! Quanto sarà stato bello per Maria meditare in silenzio la storia sacra di Sara che, pur se scettica e avvizzita, non è riuscita ad impedire a Dio di portare a compimento la sua opera adempiendo fedelmente la promessa di un figlio:
<<Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio>> Intanto Sara stava ad ascoltare…rise dentro di sé e disse: <<Avvizzita come sono dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!>> Ma il Signore disse ad Abramo: <<Perché Sara ha riso dicendo: potrò davvero partorire, mentre sono vecchia? C’è forse qualcosa di impossibile per il Signore?>>… Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.(Gen 18, 10-14 21, 1-3)
E quante volte avrà provato ad immaginare cosa si prova a vedere un angelo del Signore che ti parla in Suo nome, meditando l’annunzio della nascita di Sansone: <<C’era allora un uomo di Zorea di una famiglia dei Daniti, chiamato Manoach; sua moglie era sterile e non aveva mai partorito. L’angelo del Signore apparve a questa donna e le disse: <<Ecco tu sei sterile e non hai avuto figli ma concepirai e partorirai un figlio… Poi la donna partorì un figlio che chiamò Sansone>> (Gdc 13, 2-3 14)
E quanto deve aver meditato la storia di Anna e la sua la preghiera per arrivare a ispirarsi a lei nel cantare il Magnificat per le grandi cose fatte dall’Onnipotente, chinato a guardare l’umiltà di chi lo serve: <<Anna…fece questo voto: Signore degli eserciti, se vorrai considerare la miseria della tua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua schiava e darai ala tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò al Signore>>. ..ElKana si unì a sua moglie e il Signore si ricordò di lei. Così al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele.
Allora Anna pregò:
<<Il mio cuore esulta nel Signore la mia fronte s’innalza grazie al mio Dio.. Non c’è Santo come il Signore.. Il Signore rende povero e arricchisce, abbassa ed esalta..>> (1 Sam 1,9-28 2,1-10)
E quanto avrà colpito il suo cuore la premura della donna Sunammita nei confronti di Eliseo e il modo straordinario con cui viene ripagata: <<Un giorno Eliseo passava per Sunem, ove c’era una donna facoltosa che l’invitò con insistenza a tavola…Eliseo disse al suo servo: <<Dille tu: Ecco hai avuto per noi tutta questa premura; che cosa possiamo fare per te?...Allora disse:<<L’anno prossimo, in questa stessa stagione, tu terrai in braccio un figlio>>…Ora la donna rimase incinta e partorì un figlio, proprio alla data indicata da Eliseo>> (2 Re 8-17)
Sarà per confermare la presenza nel cuore di Maria di tutte queste parole che all’annunciazione l’angelo le parla di ciò che stà accadendo ad Elisabetta: <<Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio>> Allora Maria disse: <<Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga per me quello che hai detto>> (Lc 1,36-38). Ecco la Fede che trova forza nella Parola! Ecco un “si” sostenuto dalla certezza che La Parola si fà carne davvero. Ecco un cuore abituato a meditare la Fedeltà di Dio nel realizzare ciò che promette.
Chiediamo allora a Maria di renderci uomini e donne innamorati della Parola di Dio, certi che non solo ogni Sua Parola è Verità ma anche Vita in noi e attraverso di noi.
Chiediamo a Lei, che si è nutrita a tal punto del Verbo da diventarne nutrice, di fare della Parola il nostro pane quotidiano, capace di sfamare la fame del nostro cuore al punto da renderci pane per i cuori affamati di Verità di chi ci stà accanto.
Chiediamo a Lei la forza e il coraggio di vivere la Parola con radicalità ed eroismo, senza alcun compromesso, in quei momenti in cui viverla significa correre il rischio di...essere lapidati!
Chiediamo a Lei di insegnarci a proclamarla incarnandola al punto da non aver bisogno di parole.
Chiediamo a Lei, Donna della Parola eppure Donna del silenzio, di lasciare al Verbo di parlare in noi e attraverso di noi, chiedendole in dono un cuore docile come il suo!
NUOVI ORIZZONTI
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