è spirito di contraddizione e ribatte :
Matteo si è già rivolto ai convertiti ed insistito sulla necessità di alcune disposizioni interiori e personali affinché la parola ascoltata venga capita e cresca; affinché possiamo costruire il Regno di Dio già qui ed ora …
Oggi, viene a ricordarci di convertire il nostro cuore al Dio di Gesù Cristo, non al nostro personale ‘sgorbio di dio’ che ci siamo fabbricati!
Un'altra parabola espose loro così: "Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altra crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio" - Mt 13,24-30 (forma intera Mt 13, 24-43)
Un incastro di tre parabole straordinarie, nella forma estesa di questo passo del Vangelo di Matteo, che ci aiutano a capire la logica del Regno, la logica di Gesù…
Abbiamo ancora a che fare col mondo agricolo, che Gesù aveva dinanzi. Noi invece siamo meno abituati ...
Zizzania e buon grano che crescono insieme; lievito nella farina, per spiegare un po’ la dinamica del regno e spiegazione della parabola zizzania. Gesù le dice in un momento delicato della sua vita, momento in cui lui stesso ha la percezione che l’efficacia della parola non funzioni e che noi uomini preferiamo tenerci quell’errata idea di un dio, che ci siamo creati… Atteggiamento, questo, che ha alla base due distorsioni: una errata idea di Dio (un Dio geloso degli uomini, pronto a scagliare i suoi fulmini, quindi un Dio gretto, meschino, non il Dio Padre misericordioso) ed una mancanza di fiducia in Dio (e quindi di speranza) che genera paura e insicurezza.
DI UN DIO MISERICORDIOSO
CHE RISPETTA I RITMI DI CRESCITA E DI MATURAZIONE
Invece il regno di Dio tollera i malvagi e i peccatori, perché ha una incrollabile fiducia nell’azione di Dio che sa attendere la libera decisione dell’uomo. Papa Giovanni ha scritto: «La dolcezza è la pienezza della forza».
Non dunque una accettazione passiva degli avvenimenti e neppure una qualunquistica bonomia, ma un atteggiamento costruttivo di tolleranza, di pazienza e di rispetto dei tempi e dei ritmi della crescita, sia all’interno della vita delle comunità come delle singole persone, ed una attenzione attiva ai momenti di grazia e ai segni dei tempi che puntualmente faranno la loro comparsa.
(CCC n. 827) Mentre Cristo santo, innocente, immacolato, non conobbe il peccato, ma venne allo scopo di espiare i soli peccati del popolo, la Chiesa comprende nel suo senso i peccatori, santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, incessantemente si applica alla penitenza e al suo rinnovamento. Tutti i membri della Chiesa, compresi i suoi ministri, devono riconoscersi peccatori (1 Gv 1,8-10). In tutti sino alla fine dei tempi, la zizzania del peccato si trova ancora mescolata al buon grano del Vangelo (Mt 13,24-20). La Chiesa raduna dunque peccatori raggiunti dalla salvezza di Cristo, ma sempre in via di santificazione..
«Si può criticare molto la Chiesa. Noi lo sappiamo, e il Signore stesso ce l'ha detto: essa è una rete con dei pesci buoni e dei pesci cattivi, un campo con il grano e la zizzania. Papa Giovanni Paolo II, che nei tanti beati e santi ci ha mostrato il volto vero della Chiesa, ha anche chiesto perdono per ciò che nel corso della storia, a motivo dell'agire e del parlare di uomini di Chiesa, è avvenuto di male. In tal modo fa vedere anche a noi la nostra vera immagine e ci esorta ad entrare con tutti i nostri difetti e debolezze nella processione dei santi, che con i Magi dell'Oriente ha preso il suo inizio. In fondo, è consolante il fatto che esista la zizzania nella Chiesa. Così, con tutti i nostri difetti possiamo tuttavia sperare di trovarci ancora nella sequela di Gesù, che ha chiamato proprio i peccatori. La Chiesa è come una famiglia umana, ma è anche allo stesso tempo la grande famiglia di Dio, mediante la quale Egli forma uno spazio di comunione e di unità attraverso tutti i continenti, le culture e le nazioni. Perciò siamo lieti di appartenere a questa grande famiglia; siamo lieti di avere fratelli e amici in tutto il mondo. Lo sperimentiamo proprio qui a Colonia quanto sia bello appartenere ad una famiglia vasta come il mondo, che comprende il cielo e la terra, il passato, il presente e il futuro e tutte le parti della terra. In questa grande comitiva di pellegrini camminiamo insieme con Cristo, camminiamo con la stella che illumina la storia»
omelia veglia coi Giovani alla spianata del Marienfeld, il 20 agosto 2005
Parole di speranza. C’è posto per tutti… non ci sono selezioni preliminari, non bisogna adeguarsi a chissà quali condizioni, rispondere a chissà quali aspettative. L’immagine della famiglia è altamente significativa: siamo grandi abbastanza per capire che non esiste nessuna famiglia "Mulino Bianco", ognuna ha i suoi scheletri nell’armadio, le sue ferite, le sue contraddizioni, i suoi periodi bui. Eppure, nell’amore, riescono spesso a trovare un’unione più forte di ogni avversità, fatta per lo più di gesti semplici e poche parole. C’è posto per tutti.. a suggerire che lo Spirito ancora oggi suggerisce qualcosa di nuovo a chi voglia ascoltarne la voce.
Sentire queste parole ad una Giornata Mondiale della Gioventù è il simbolo della fiducia del Papa nei giovani. Giovani che sa capaci di generosità, di dono, di entusiasmo, di intraprendenza, a volte di grande ingenuità. Ma è bello vedere quanta passione sappiano mettere in un progetto : spesso la differenza è proprio nella capacità di incanalare le proprie energie per qualcosa che sia veramente grande, bello, vero, degno dell’offerta del proprio tempo e delle proprie forze.
Dunque Gesù quando chiede di avere pazienza si riferisce alle incongruenze e anche agli scandali che possono capitare all'interno della Chiesa. Non tocca a noi di giudicare, ci penserà Lui alla fine dei tempi a svelare i pensieri dei cuori e a dare a ciascuno la ricompensa delle sue azioni. Lui solo conosce le intenzioni delle menti e concede a ciascun credente un tempo di aspettativa in vista della conversione e per il perfezionamento della condotta di vita.
Sbaglieremmo se pensassimo che raccontando la parabola della zizzania nel campo Gesù intendesse giustificare la pretesa di tanta gente di essere lasciata in pace a vivere come gli pare. È che purtroppo il male è presente anche nella Chiesa che dovrebbe essere la comunità dei salvati e dei santi. A questa constatazione dolorosa Gesù oppone il pensiero che nella Chiesa il bene trionferà: alla fine dei tempi il bilancio della Chiesa nella storia sarà ampiamente positivo. Dal momento però che siamo tutti in cammino il compimento del Regno dei Cieli e che la méta resta lontana, fra di noi credenti dobbiamo avere comprensione e pazienza.
A Dio nulla sfugge, ma se per correggere il nostro possiamo usciamo dalla carità non solo il nostro intervento spesso fallisce, ma noi stessi rischiamo di escluderci dall'unica comunità dei salvati che è la Chiesa.
"Migliorate voi stessi!" sembra dire Gesù "... e allora anche le carenze degli altri sembreranno meno importanti in proporzione del frutto di bene che va accumulandosi".
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