Il sentirsi chiamare dal Padre “Figlio amato” nel battesimo (Mt 3,17) non Gli ha aperto un percorso al riparo dalle prove!
Subito dopo l’immersione nel fiume Giordano, “Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo.” Allo stesso modo ogni battezzato dovrà attendersi una dura opposizione da parte di satana che, mediante le sue astute e seducenti tentazioni, cercherà di distoglierlo dal cammino di sequela.
Dal silenzio della terra che resta attonita, quando ogni cosa sembra arrestarsi, quasi sospendersi nel tempo e nello spazio di fronte al Verbo di Dio che si fa carne; nel silenzio del Verbo che tutto porta a compimento, intronizzato sul trono dell’Amore quando si manifesta la gloria, cioè il peso di un Dio …, IMPARIAMO CHI E’ DIO! La tua cattedra, Divino Maestro, dalla culla di Betlemme, si compie sulla croce gloriosa: tu ci hai insegnato l’Amore che è il Padre e lo Spirito Santo; ci hai insegnato e donato la tua libertà di Figlio. Lungo le strade della nostra terra, quanti non si sentono amati da nessuno! Fa che possano alzare fiduciosi lo sguardo alla tua croce, al trono dell’Amore e sentirsi avvolti dal fuoco della Tua passione per loro. Senza timori, con la stessa tenerezza con cui ti hanno contemplato nella greppia ...
Il Tuo amore li salvi e li consoli; vengano ad abitarli gioia e speranza... E cantino in eterno la Tua Misericordia.
Ama il silenzio più di tutto. Poiché esso ti dà di portare frutto. Lalingua non sa spiegarlo. Sforziamoci anzitutto di tacere. È dal silenzio che nasce ciò che ci condurrà al silenzio. Perché allora Dio ti fa sentire ciò che nasce dal silenzio. All'inizio, il tacere ci richiede uno sforzo, ma in seguito nasce in noi come una misteriosa forza che ci attira.
Che Dio ti doni di percepire distintamente ciò che nasce dal vero silenzio. Se cominci ad addentrarti in questa via, una inesprimibile luce zampillerà in te … Il cuore è come se sentisse l'intimo sapore di ogni realtà, al fondo di una mirabile contemplazione. L'uomo diventa come un fanciullo in mezzo alle creature…" .Isacco di Ninive (iil Siro), monaco del VII sec.
Solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare.Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto.Nel silenzio maturano le grandi cose della vita:la conversione, l'amore, il sacrificio.Quando il sole si eclissa pure per noi,e il Cielo non risponde al nostro grido,e la terra rimbomba cava sotto i passi,e la paura dell'abbandono rischia di farci disperare,rimanici accanto.In quel momento, rompi pure il silenzio:per dirci parole d'amore!E sentiremo i brividi della Pasqua.
Don Tonino Bello
Dal «Commento sui salmi» di sant'Agostino, vescovo (Sal 60, 2-3; CCL 39, 766)
«Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera» (Sal 60, 1). Chi è colui che parla? Sembrerebbe una persona sola. Ma osserva bene se si tratta davvero di una persona sola. Dice infatti: «Dai confini della terra io t'invoco; mentre il mio cuore è angosciato» (Sal 60, 2).
Dunque non si tratta già di un solo individuo: ma, in tanto sembra uno, in quanto uno solo è Cristo, di cui noi tutti siamo membra. Una persona sola, infatti, come potrebbe gridare dai confini della terra? Dai confini della terra non grida se non quella eredità, di cui fu detto al Figlio stesso: «Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra» (Sal 2, 8).
Dunque, è questo possesso di Cristo, quest'eredità di Cristo, questo corpo di Cristo, quest'unica Chiesa di Cristo, quest'unità, che noi tutti formiamo e siamo, che grida dai confini della terra.
E che cosa grida? Quanto ho detto sopra: «Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera; dai confini della terra io t'invoco». Cioè, quanto ho gridato a te, l'ho gridato dai confini della terra: ossia da ogni luogo.
Ma, perché ho gridato questo? Perché il mio cuore è in angoscia. Mostra di trovarsi fra tutte le genti, su tutta la terra non in grande gloria, ma in mezzo a grandi prove.
Infatti la nostra vita in questo pellegrinaggio non può essere esente da prove e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione. Nessuno può conoscere se stesso, se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto, né può vincere senza combattere; ma il combattimento suppone un nemico, una prova.
Pertanto si trova in angoscia colui che grida dai confini della terra, ma tuttavia non viene abbandonato. Poiché il Signore volle prefigurare noi, che siamo il suo corpo mistico, nelle vicende del suo corpo reale, nel quale egli morì, risuscitò e salì al cielo. In tal modo anche le membra possono sperare di giungere là dove il Capo le ha precedute.
Dunque egli ci ha come trasfigurati in sé, quando volle essere tentato da Satana. Leggevamo ora nel vangelo che il Signore Gesù era tentato dal diavolo nel deserto. Precisamente Cristo fu tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato anche tu. Perché Cristo prese da te la sua carne, ma da sé la tua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, da te l'umiliazione, da sé la tua gloria, dunque prese da te la sua tentazione, da sé la tua vittoria.
Se siamo stati tentati in lui, sarà proprio in lui che vinceremo il diavolo. Tu fermi la tua attenzione al fatto che Cristo fu tentato; perché non consideri che egli ha anche vinto? Fosti tu ad essere tentato in lui, ma riconosci anche che in lui tu sei vincitore. Egli avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo; ma, se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei tentato.
... il tempo per incontrarLo!
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